(Guéret, Creuse, 1888 - Parigi 1979) scrittore francese. Di origine piccolo-borghese e di educazione clericale, ambientò gran parte della sua vasta produzione narrativa − caratterizzata dal ritorno di alcuni personaggi, come Elisa, il cui modello reale è la moglie dello scrittore, o Monsieur Godeau, suo probabile autoritratto − nella cittadina immaginaria di Chaminadour, trasfigurazione della nativa Guéret. Fra i molti titoli, La giovinezza di Teofilo (La jeunesse de Théophile, 1921), Monsieur Godeau intimo (Monsieur Godeau intime, 1926), Il parricida immaginario (Le parricide imaginaire, 1930), Elisa (Elise, 1933), Cronache maritali (Chroniques maritales, 1938-43), Elisa architetto (Elise architecte, 1951), oltre ai significativi saggi Dell’abiezione (De l’abjection, 1939), pubblicata anonima, in cui analizza la sua tendenza omosessuale, Saggio su me stesso (Essai sur moi-même, 1947) ed Elogio della voluttà (Eloge de la volupté, 1951). Con stile secco e crudele, al quale fa riscontro la ricchezza dell’osservazione psicologica e la tensione di un’implicita visione mistica, J. descrive un mondo chiuso, animato da eterne vicende di vizi e virtù, in cui i personaggi scoprono Dio al di là della disperazione.
Pubblicò anche romanzi, memorie ecc. a sfondo autobiografico: i Giornalieri (Journaliers, 1957-78), il Memoriale (Mémorial, 1948-56), il Gioco degli specchi (Jeu des miroirs, 1974). Il volume La vita come una festa (La vie comme une fête, 1977) doveva dare inizio a una serie di interviste fondate sui propri ricordi.